Un viaggio spettacolare, di grande interesse naturalistico e paesaggistico, che tocca una zona dell’Argentina poco conosciuta, ma che regala al viaggiatore emozioni uniche.

Il nostro itinerario si concentra nella Puna argentina, dove il paesaggio muta continuamente e anche gli amanti del deserto non possono che restare estasiati da ciò che vedranno.

Nella zona di El Penon si susseguono più tipi di deserto: di pietra pomice, di dune bianche, di montagne coloratissime.

Nella zona di Tolar Grande invece, si trova il Deserto del Labirinto, composto da incredibili formazioni di arenaria che cambiano colore con il trascorrere delle ore del giorno.

E poi salares e lagune popolate da aristocratici fenicotteri… la poesia delle terre alte e dei luoghi isolati, ancora “disabitati” dall’uomo.

Viaggio in altitudine, adatto agli amanti della natura e degli spazi sconfinati.

Prezzo per persona:
A partire da Eur  4.850,00

Durata:
13 giorni / 11 notti

Minimo partecipanti:
minimo 6 / massimo 9

Quando andare:
partenze fisse : 30 luglio /  10 agosto /  5 novembre
Il periodo ottimale va da ottobre ad aprile. Da giugno a settembre inverno australe, le temperature registrano forti escursioni termiche

Dieci milioni di anni fa la natura ha dimenticato un angolo di pianeta, rimasto immutato da quei tempi lontani che ora si sta lentamente mostrando come un gigante pigro che a due passi dal cielo si sente troppo bene per fare capolino sulla terra. Più di 200 vulcani dai coni geometrici, picchi che sfiorano i settemila metri, depressioni, dune candide di pietra pomice, lagune colorate, distese nere di basalto, laghi salati dalle mille sfumature di blu si consegnano intatti allo sguardo, raccontando come fosse la Terra prima dell’uomo. Gli antichi abitanti, probabilmente i Quechua, diedero il nome schietto di Puna, che significa “alto” a questo universo ancestrale nel nordovest dell’Argentina, un paraíso perdido da brivido, nascosto nelle Ande Centrali, limitato a ovest da una catena di vulcani e ad est da una di montagne, una delle pochissime meraviglie del pianeta rimaste ancora intatte. Un luogo remoto e solitario, dalla bellezza mutevole, che regala il privilegio impagabile di fare un viaggio a ritroso nel tempo, in compagnia solo di sé stessi e del vento che, a queste quote, stridula sempre rabbiosamente.

Sono ormai molti quelli che conoscono gli incredibili scenari del deserto di Atacama, in Cile, o del Salar de Uyuni, in Bolivia, ma pochissimi hanno esplorato la Puna argentina, che ne è la prosecuzione naturale nonostante sia a solo due ore di aereo da Buenos Aires, con i suoi palazzi, le sue avenida e il suo tango, contrapposti a quest’altro mondo. Basta spingersi un po’ più in là di dove arrivano tutti, per scoprire uno dei pochi ecosistemi ancora integri del pianeta, una galleria d’arte a cielo aperto del vulcanismo, in un luogo talmente lontano che è persino difficile individuarlo sulle mappe. Si parte dai mille metri della città di Salta e poi su, fino ai tremila del passo, porta d’entrata di uno dei deserti più alti del mondo. “In un posto così non ci si viene da soli, sono necessari fuoristrada, mappe, telefono satellitare, scorte di acqua e carburante: bisogna, insomma, organizzare una vera e propria spedizione. Le piste segnate sono poche e i villaggi abitati sono sperduti nel nulla”.

1° GIORNO – ITALIA – BUENOS AIRES

Partenza dall’Italia con pernottamento in volo.

2° GIORNO – BUENOS AIRES – SALTA

Arrivo e connessione con volo per Salta. Incontro con l’assistente e trasferimento in hotel. Resto della mattinata  a disposizione. Pranzo in ristorante e visita della città. La bella Salta, di stile coloniale, è la meta d’elezione di molti viaggiatori. Fondata nel 1582, è adagiata in una conca circondata da picchi verdeggianti. Nonostante la città si sia espansa considerevolmente, quasi tutti i luoghi d’interesse si concentrano nel raggio di pochi isolati dalla centrale Plaza 9 de Julio. Qui si concentrano i principali edifici storici tra cui l’imponente Cattedrale e il Cabildo. Due isolati a est della piazza si staglia l’edificio color giallo e cremisi della Chiesa di San Francesco, una delle più belle chiese cattoliche del nord, divenuta il simbolo di Salta. Combina dettagli ornamentali barocchi e neoclassici e custodisce diverse statue oggetto di grande venerazione locale. Salta ospita il più importante e interessante museo dell’Argentina settentrionale, che non manchiamo di visitare. Il Museo Archeologico di Alta Montagna (MAAM) offre un eccellente panorama della cultura Inca. Il fiore all’occhiello del museo è costituito dai corpi mummificati dei tre bambini, offerti in sacrificio rituale,rinvenuti nel 1999 sulla cima del Vulcano Llullaillaco(6.735 metri di altitudine) nel corso di una spedizione. I corpi vengono esposti a turno ogni sei mesi per permetterne la conservazione. Gli oggetti funerari lasciati accanto ai fanciulli colpiscono per la loro freschezza, i colori appaiono vivaci come nel giorno in cui furono realizzati. Le illas, statuette votive raffiguranti animali e persone, sono d’argento, d’oro, di madreperla e di onice e molte di esse sono rivestite di stoffa. Cena e pernottamento

3° GIORNO – SALTA / LOS CARDONES / LOS COLORADOS / CACHI / CAMINO DE LOS ARTESANOS / MOLINOS

Prima colazione in hotel. Partenza lungo la Ruta 33 che collega Salta a Cachi, tramite la Cuesta de Obisbo. In meno di 100 km, si attraversano ben cinque diversi ecosistemi,tra valli colorate e montagne di velluto color verde, circondati dal Cerro Turrion, sulla cui cima nidificano colonie di condor. Siamo nelle Valli Calchaquíes che sono tra le più affascinanti e meno turistiche località dell’Argentina, una combinazione affascinante di aspri paesaggi, artigianato tradizionale, piccoli villaggi di adobe e alcuni dei migliori vini del Paese. A suo tempo, la popolazione indigena diaguita (calchaquí) di queste valli oppose una strenua resistenza al dominio spagnolo. Nel XVII secolo, gli spagnoli tentarono due volte di imporre il lavoro forzato ai diaguita, ma si ritrovarono a dover mantenere sul posto degli uomini armati per impedire ai nativi di coltivare i loro campi e attaccare i convogli merci. Entriamo nel Parco Nazionale Los Cardones che si estende per circa 650 km² su entrambi i lati della Ruta 33. Il parco prende il nome dal cactus a candelabro, noto comunemente con il nome di cardón. In assenza di foreste, il cardón rappresenta da sempre un’importante fonte di legname per la fabbricazione di travi, porte, finestre e il suo uso molto comune si osserva sia nelle attuali abitazioni indigene sia nelle chiese di epoca coloniale della regione. Nelle vicinanze s’incontra il piccolo deserto Los Colorados e si può osservare il nevado di Cachi, una delle montagne più alte delle Americhe (6.400 metri). Pranzo in ristorante locale. Nel pomeriggio si arriva a Cachi, un piccolo villaggio immerso in uno straordinario paesaggio. Le vie pavimentate a ciottoli, la bella piazzetta e il camino de Los Artisanos, dove si possono acquistare i migliori poncho della regione, la rendono una sosta piacevole. In tarda serata si giunge a Molinos, piccolo villaggio coloniale con oltre tre secoli di storia a 2.200 metri di altitudine. Il villaggio deve il suo nome al mulino per la macinazione del grano, tuttora in funzione sul rio Calchaquí. Cena e pernottamento.

4° GIORNO – MOLINOS / RUTA 40 / CAFAYATE

Prima colazione in hotel. In questa giornata ci inoltriamo nella Ruta 40 che attraversa la Quebrada de Las Flechas, un paesaggio di montagne di limo e polvere di quarzo, sagomate dal vento a dalle spinte delle Ande, a formare migliaia di colline a forma di punte di frecce. Le sue origini risalgono a un periodo tra 15 e 20 milioni di anni fa, quando dei grandi blocchi di rocce cominciarono ad elevarsi sul bordo della Puna. Placche sedimentari che si trovano alla base del terreno furono spaccate dall’innalzamento delle montagne, le cui estremità si inclinarono formando delle punte rivolte verso il cielo. In seguito, l’erosione affilò queste punte dando loro la forma che possiamo ammirare oggi. Pranzo in ristorante locale. Il pomeriggio è dedicato alla visita della Quebrada de Las Conchas (o Quebrada de Cafayate), un territorio selvaggio fatto di arenaria dai colori intensi e formazioni rocciose incredibili. Si tratta di una frattura della crosta terrestre, scavata dal Rio de las Conchas, lunga più di 85 chilometri, con alcuni tra i più imponenti depositi sedimentari del Nord-Ovest dell’Argentina, in particolare di gesso e argilla. Qui, tra 20 e 40 milioni di anni fa, la terra era ricoperta d’acqua e in alcuni punti arrivava il mare dal Pacifico. Da questo deriva il nome Conchas (conchiglie), i cui fossili sono stati ritrovati in gran quantità. Cafayate, la nostra meta finale della giornata, è una piacevolissima cittadina, ormai turistica, situata nel cuore delle Valli Calchaquíes.Qui le uve maturano lentamente e si producono vini di ottima qualità. Intorno a questa attività, la vita scorre tranquilla. Cena e pernottamento

5° GIORNO – CAFAYATE / EL PENON

Dopo la colazione, raggiungiamo le rovine dell’antico insediamento dei Quilmes, nella Valle di Santa Maria. Gli appartenenti a questa agguerrita tribù difesero i loro territori per più di un secolo, lottando contro i conquistadores spagnoli, che alla fine li sottomisero nel 1665. In quell’anno furono deportati per ordine del Governatore del Tucumán, e abbandonate le loro terre,raggiunsero a piedi le sponde del Río de la Plata. Nel 1812 tutti gli abitanti della tribù erano spariti, poiché, dopo la sottomissione, non vollero lasciare discendenti. Camminando tra i resti degli insediamenti precolombiani potremo farci un’idea di come viveva questo popolo,osservando quel che resta di quelle che una volta erano le loro case, piazze e zone coltivate. Per una visione globale del sito e per apprezzarlo pienamente, vale la pena salire sulla cima della collina. Partiamo poi in direzione sud lungo la Ruta 40 fino ad arrivare all’oasi di Hualfin, un villaggio di circa 1000 abitanti dediti alla viticoltura e dall’aspetto sorprendentemente verde e fertile, nonostante sia circondato da un territorio arido a spoglio. Pranzo a Hualfin. Dall’oasi si sale lungo la Ruta 43 verso la Puna più remota, che racchiude i più bei deserti delle Ande. Il paesaggio diventa progressivamente sempre più desertico, le nuvole infatti sono presto destinate ad essere bloccate dalle montagne più alte. Raggiunti i 3000 metri di altitudine, compaiono alcune spettacolari dune di sabbia. Percorriamo gli ultimi 90 km di strada tra branchi di vigogne, lagune e paesaggi sempre più spettacolari fino ad arrivare all’oasi di El Peñón, attorno alla quale sorge il piccolo villaggio. El Peñón è la perfetta base di partenza per l’esplorazione dei tanti luoghi interessanti presenti nella zona e per questo vi pernottiamo tre notti consecutive. Con i suoi 3400 metri di altitudine, rappresenta inoltre il luogo ideale per acclimatarsi gradualmente all’alta quota. Cena e pernottamento nella semplice, ma funzionale Hosteria El Peñón (l’elettricità è disponibile all’hosteria e in tutto il paese dalle 17.00 alle 24.00; si raccomanda di dosare l’acqua calda affinché ce ne sia a sufficienza per tutti).

6° GIORNO – EL PENON – Deserto Pietra Pomice, Deserto di Dune Bianche, Laguna Carachi Pampa

Il paesaggio attorno al villaggio di El Peñón è spettacolare e basta percorrere pochi chilometri per ritrovarsi in luoghi che sembrano appartenere ad altri pianeti, dove rocce e minerali sono messi a nudo dalla quasi totale assenza di vegetazione. Un vero e proprio paradiso per gli amanti della natura incontaminata e selvaggia!

Dopo la colazione, lasciamo l’oasi di El Peñón e ci addentriamo nel Campo de Piedra Pomez (deserto di pietra pomice) e delle dune bianche.

Siamo a 3.000 metri e questo è sicuramente un deserto unico al mondo, la maggior concentrazione di pietra pomice, solo in parte erosa dal vento, che ha formato una città d’infiniti monoliti dello stesso minerale, con colorazioni che vanno dal bianco all’ocra. Serpeggiamo in fuoristrada e passeggiamo a piedi tra migliaia di blocchi di pietra pomice, disseminati su di un’area di 150 chilometri quadrati. L’attività vulcanica della regione la rende particolarmente ricca di risorse minerarie: borace, zolfo, litio… Un luogo surreale ed emozionante, conseguenza di una grande esplosione vulcanica di tipo pliniano.

Poco lontano dune di sabbia bianca si stagliano contro montagne dalla cima innevata e, ancora oltre, i rilievi del Filo Rojo fanno da sfondo al Vulcano Carachi Pampa e alla sua bella laguna.

Pranzo pic-nic. Rientro a El Peñón per la cena e il pernottamento.

7° GIORNO – EL PENON – Laguna Grande, Vulcano Galan

Un’altra giornata dedicata a esplorare luoghi remoti e di una bellezza incredibile. Ci dirigiamo verso la pista che conduce al Vulcano Galan, dove si incontra lo spettacolo offerto dalla Laguna Grande, un lago salino posto a oltre 4000 metri d’altitudine. Le sue acque in primavera vengono liberate dalla morsa dei ghiacci e diventano luogo di ritrovo per una moltitudine di uccelli, in particolare i fenicotteri, quello della Puna (Piccolo Parina) e quello andino, che si possono osservare generalmente da settembre a fine aprile. Sebbene il Vulcano Galan si trovi a circa 75 km di distanza da El Peñón, la pista per arrivarci è impegnativa, costringendo i veicoli ad avanzare lentamente.

Siamo in una delle zone più disabitate, aride e remote dell’Argentina, che ospita più di 200 vulcani. Il posto d’onore è tenuto dal Cerro Galan, antico vulcano dal cuore ancora attivo, ma quiescente, che raggiunge la ragguardevole altezza di 5.912 metri e s’innalza all’interno dell’enorme caldera di circa 40 km di diametro. Ci dirigiamo verso l’interno della caldera, posta a circa 4.700 metri d’altitudine, in cui sono presenti alcune lagune colorate per la presenza di alghe e sali minerali che ospitano piccoli ecosistemi, habitat di volpi, fenicotteri e vigogne. La Laguna Diamante, all’interno della caldera, non ospita fenicotteri in quanto le sue acque sono ricche di arsenico e dunque velenose. La colorazione azzurrina si deve tuttavia alla presenza di boro. Pranzo pic-nic. Rientro a El Peñón per la cena e il pernottamento.

8° GIORNO – EL PENON / TOLAR GRANDE

Oggi ci attende un epico attraversamento del cuore desertico delle Ande, dai pascoli di Antofagasta de la Sierra, circondati da campi recenti di basalto, alle distese di sale e ai deserti di argilla di Tolar Grande. Nel mezzo, la piccola oasi di Antofalla, che conta poche decine di abitanti dediti soprattutto alla pastorizia e all’agricoltura, e la ancor più piccola oasi di Antofallita. Attraversiamo un paesaggio lunare a quote comprese tra 3000 e 4000 metri. Spettacolare la visione del cono vulcanico di Arita, che si erge solitario nel Salar de Arizaro, il secondo giacimento di sale più grande del pianeta, dopo quello di Uyuni in Bolivia. Arriviamo infine al piccolo paese ferroviario di Tolar Grande, un luogo dal fascino antico. Pranzo pic-nic e cena in ristorante locale. Pernottamento alla semplice Hosteria Casa Andina(l’Hosteria Casa Andina dispone unicamente di 6 camere, pertanto non sempre è possibile garantire la disponibilità della camera singola e potrà essere richiesta la condivisione per le due notti che si trascorrono qui).

9° GIORNO –TOLAR GRANDE – Mina Casualidad

Anche oggi non smetteremo di stupirci di fronte alla grandiosità del paesaggio e alla bellezza della natura. Faremo, condizioni meteo permettendo, un’escursione quasi a toccare le nuvole…

Ci dirigiamo verso Mina Casualidad (4.200 metri)percorrendo una strada asfaltata che si snoda tra montagne colorate e antichi coni vulcanici. Può sembrare strano trovare una strada asfaltata in un luogo così remoto e deserto. La strada collegava per una distanza di 80 chilometri la città di Mina Casualidad, dove veniva lavorato lo zolfo, con il villaggio di Caipe,dove i minerali continuavano il loro viaggio sulla ferrovia che collegava l’Argentina al Cile attraverso le Ande.Durante il periodo di massima attività, Mina Casualidad contava quasi 3000 abitanti. Della città, abbandonata dopo la chiusura della miniera di zolfo, ora non restano che le rovine depredate di tetti, infissi, e qualunque altra cosa potesse essere portata via. Anche Caipe è un villaggio fantasma, dove rimangono ancora i resti dell’edificio della vecchia stazione ferroviaria. Mentre ci avviciniamo alle montagne, osserviamo le tonalità di giallo che si vedono sulla cima, dovute appunto alla presenza di grandi quantità di zolfo. La nostra meta del giorno è proprio una di quelle vette, a quota 5.180 metri, dove fino al 1976 esisteva il piccolo villaggio minerario di Mina Julia in cui vivevano oltre 200 minatori che, con piccone e dinamite, estraevano lo zolfo, poi trasportato a Mina Casualidad e in seguito a Caipe.

Mina Julia è estremamente esposto ai forti venti andini. Il percorso prevede il passaggio alla stazione abbandonata di Caipe e dei panorami a 360° sul Salar de Arizaro e sul Salar de Rio Grande ed è il punto di passaggio più vicino al Vulcano Llullaillaco (6.735 metri), sulla cui cima una spedizione del National Geographic ha scoperto il santuario andino più alto del mondo, in cui sono stati ritrovati i corpi dei tre bambini Inca custoditi al Museo MAAM di Salta, perfettamente conservati dal gelo e dall’assenza di umidità. Nel tardo pomeriggio rientro a Tolar Grande. Pranzo pic-nic, cena e pernottamento.

NB: Nel mezzo dell’inverno australe (la nostra estate), Mina Julia potrebbe risultare irraggiungibile a causa della neve e del gelo. In tal caso ci si ferma a Mina Casualidad, che si trova 1000 metri più in basso.

10° GIORNO –TOLAR GRANDE – Ojos del Mar, Deserto del Labirinto, San Antonio de Los Cobres / SALTA

Dedichiamo la mattinata alla scoperta dei dintorni di Tolar Grande. Anche qui le sorprese non mancano e possiamo ammirare gli incantevoli Ojos del Mar, dove una distesa di sale culmina in una serie di pozzi profondi alcuni metri, pieni di acqua molto salina estremamente limpida. Oltre a rappresentare una spettacolare curiosità geologica, questi pozzi vengono studiati in quanto ospitano un raro organismo unicellulare presente in pochissimi luoghi del pianeta. Da lì raggiungiamo la zona della “duna nascosta”, un grande cumulo di sabbia appoggiato a una parete rocciosa, incastonata in un deserto rosso di origine sedimentaria, dalla cui sommità si può godere di un bel panorama sull’area circostante. Lasciamo Tolar Grande in direzione di San Antonio de los Cobres, percorrendo la pista che attraversa un’altra area intrigante di deserto d’alta quota. Il deserto del Labirinto, come suggerisce il nome, è un vero e proprio labirinto di formazioni di arenaria a forma di cupole dall’intensa colorazione rossa; un altro luogo magico celato nelle Ande del Nord-Ovest dell’Argentina. Da San Antonio de los Cobres scendiamo verso Salta lungo la Ruta 51, lasciandoci alle spalle l’altopiano della Puna e i suoi straordinari scenari. Pranzo in ristorante, in serata rientro a Salta. Cena e pernottamento.

11° GIORNO – SALTA / BUENOS AIRES

Prima colazione e volo per Buenos Aires (11.25/13.25, orario soggetto a riconferma). Incontro con la guida locale e giro panoramico della città, con sosta ai luoghi di maggior interesse. Buenos Aires fu fondata per la prima volta nel 1536, quando vi giunse l’esploratore spagnolo Pedro de Mendoza con i suoi battelli e stabilì un accampamento lungo il Rio de la Plata. Nel 1580 l’esploratore spagnolo Juan de Garay fondò una seconda e definitiva volta, la città col nome di Ciudad de la Santísima Trinidad y Puerto de Nuestra Señora de los Buenos Aires. Oggi attorno alla città gravita quasi la metà della popolazione argentina. L’area metropolitana di Buenos Aires conta infatti circa 14 milioni di abitanti ed è la seconda più grande metropoli dell’emisfero sud dopo San Paolo in Brasile.

Il centro della città è Plaza de Mayo, nucleo dell’insediamento originale, risalente al 1580, dove si trovano la Casa Rosada (il Palazzo Presidenziale), la Cattedrale Metropolitana e il Museo del Cabildo. L’Avenida Florida, collega Plaza de Mayo con Plaza Jose de San Martin ed è una delle passeggiate più popolari essendo completamente pedonabile, piena di negozi e di ristoranti.

Plaza Jose de San Martin è il cuore verde di Buenos Aires. Vi si trovano, oltre a bei palazzi, il monumento al generale San Martin, che realizzò l’indipendenza argentina e successivamente combatté per quelle del Perù e del Cile.  Nell’adiacente piazza si innalza la Torre Monumentale o degli Inglesi, chiamata così perché donata dai britannici nel 1909 in occasione del centenario della Rivoluzione di Maggio. L’obelisco, uno dei monumenti principali della capitale, sorge nella Plaza de la República, all’intersezione fra Avenida Corrientes e Avenida 9 de Julio e fu costruito per festeggiare il quarto centenario della fondazione della città. Qui si riuniscono tutte le linee della metropolitana cittadina. Poco distante, sull’Avenida 9 de Julio (l’arteria più larga di Buenos Aires, con il traffico che ne consegue), si può osservare l’elegante e monumentale facciata del Teatro Colòn, che occupa un intero isolato. San Telmo è il quartiere più antico di Buenos Aires, facilmente raggiungibile a piedi da Plaza de Mayo percorrendo l’Avenida Defensa. E’ caratterizzato da vie strette, strade acciottolate, bassi edifici in stile coloniale e innumerevoli negozi di antiquariato che gli conferiscono un fascino un po’ retrò. Alla fine del XIX secolo, a causa dell’epidemia di febbre gialla che colpì la città, i membri più abbienti della società si trasferirono nel vicino quartiere della Recoleta (ancora oggi importante quartiere residenziale di classe), e a San Telmo le antiche ville (conventillos) furono convertite in case popolari per i più disagiati. Oggi il quartiere attira sempre più artisti, bohemien, giovani studenti, rendendolo un luogo caratteristico soprattutto la domenica, quando c’è la feria (mercato) e si possono acquistare oggetti di ogni tipo e assistere a improvvisati spettacoli di tango in strada. Proseguendo lungo la Avenida Defensa si lascia alle spalle San Telmo e si entra nel vivace e popolare quartiere della Boca, così chiamato perché è nato intorno al porto ormai non più attivo, che si trova all’imboccatura (boca) della confluenza del Riachuelo con il Rio de la Plata. Il cuore della Boca è il Caminito, con le sue caratteristiche case colorate. La zona si sviluppò soprattutto grazie agli immigranti genovesi che gli conferirono l’aspetto attuale. Le case venivano intatti dipinte con le rimanenze di vernice usata per le chiatte da trasporto merci che transitavano nel Riachuelo e negli anni questo è diventato un motivo di attrazione per i turisti. Ristoranti con tavoli all’aperto, spettacoli di tango in strada e negozietti vari completano il vivace quadretto. La Boca è anche la sede di una delle squadre di calcio più famose al mondo, il Boca Juniors, e dello celebre stadio La Bombonera, Al termine del tour panoramico, rientro in hotel. Pranzo e cena liberi (per la cena suggeriamo di trascorrere la serata in uno dei numerosi locali che offrono la cena con tango show, che seppur turistici, sono di buon livello e permettono di apprezzare questo patrimonio intangibile peculiare di Buenos Aires. La guida e/o l’accompagnatore sono a disposizione per suggerimenti e per l’organizzazione della serata).

12° GIORNO – BUENOS AIRES / ITALIA

Prima colazione in hotel. Giornata a disposizione e pranzo libero. A seconda dell’orario del volo, trasferimento in aeroporto e partenza con il volo per il rientro in Italia. Pernottamento a bordo.

13° GIORNO –ITALIA

Arrivo in Italia. Termine del viaggio e dei nostri servizi.

La nostra proposta include i seguenti servizi:

  • Voli di linea internazionali dall’Italia in classe turistica
  • Trasferimenti da per gli aeroporti in Argentina
  • I voli interni Buenos Aires/Salta/Buenos Aires in classe turistica
  • Trasporti interni in auto/minibus a Buenos Aires a seconda del numero di partecipanti e in pick-up 4×4 Toyota Hilux / Volkswagen Amarok / Chevrolet S-10 da Salta a Salta dove trovano posto 3 passeggeri per auto oltre l’autista
  • Esperto accompagnatore dall’Italia al raggiungimento di minimo 6 partecipanti (l’accompagnatore guida un’auto 4×4 durante il tour nella Puna da Salta a Salta). Per la partenza del 10 agosto l’incontro con l’Esperto accompagnatore potrà essere previsto direttamente all’arrivo all’aeroporto di Salta.
  • 1 Guida locale parlante italiano se disponibile, altrimenti parlante spagnolo/inglese da Salta a Salta. Guida locale parlante italiano a Buenos Aires
  • Sistemazione in camera doppia in hotel 4* a Buenos Aires, in buone strutture 3/4* nelle altre località. Sistemazione in hosteria molto semplice a El Peñón e a Tolar Grande (hotel come da programma o similari)
  • Late check-out a Buenos Aires
  • Pasti come da programma di viaggio dettagliato
  • Visite ed escursioni come da programma, ingressi, tasse e percentuali di servizio

LA QUOTA NON COMPRENDE:

  • Tasse aeroportuali e il fuel surcharge
  • Eventuali tasse di uscita dal Paese
  • Tasse aeroportuali locali (da regolare eventualmente in loco, questo è un aspetto che può variare in qualsiasi momento, senza preavviso)
  • I pasti non specificati nel programma o indicati come liberi
  • Le bevande, le mance e il facchinaggio
  • Spese extra personali
  • Tutto quanto non specificato nel programma e non indicato alla voce “La quota comprende”

Hotel Inclusi nel programma (o similari) :

  • SALTA : 3 notti a FINCA VALENTINA o Hotel DESIGN SUITES
  • MOLINOS : 1 notte a HACIENDA DE MOLINOS
  • CAFAYATE : 1 notte a WINE RESORT VINAS DE CAFAYATE
  • EL PENON : 3 notti a HOSTERIA EL PENON
  • TOLAR GRANDE : 2 notti a HOSTERIA CASA ANDINA
  • BUENOS AIRES : 1 notte Hotel KENTON PALACE 4*, camera standard
  • Viaggio di grande interesse paesaggistico e naturalistico, particolarmente adatto agli amanti del deserto e a chi privilegia i grandi scenari naturali autentici e l’immersione in ambienti incontaminati dove la presenza dell’uomo è molto limitata. Il nostro itinerario si concentra infatti nella zona della Puna argentina, un deserto d’altitudine. La Puna, dal punto di vista geologico, è una cordigliera vulcanica, caratterizzata da depressioni, che corre fra i 3000 e i 5000 metri di altitudine sopra il livello del mare.
  • Trattandosi di un viaggio in altitudine, è sconsigliato a chi soffre di problemi cardio-circolatori, respiratori o di pressione alta. Abbiamo segnalato in ogni giorno dell’itinerario l’altitudine che si raggiunge durante la giornata e quella che si raggiunge per il pernottamento (finale) in modo che si possa valutare se il viaggio è adatto alla propria specifica condizione fisica.
  • Da Salta a Salta il viaggio si effettua con veicoli pick-up 4×4 tipo Toyota Hilux, Volkswagen VW Amarok e/o Chevrolet S-10, dove trovano posto 3 passeggeri per auto. A Buenos Aires si utilizza un mezzo adatto a seconda del numero di partecipanti.
  • Il viaggio si effettua con l’esperto accompagnatore dall’Italia al raggiungimento di minimo 6 partecipanti. L’accompagnatore guida un’auto 4×4 da Salta a Salta. La visita di Buenos Aires si effettua con una guida parlante italiano. Il viaggio può essere effettuato senza supplemento di prezzo anche con minimo 2 partecipanti. In questo caso da Salta a Salta si è accompagnati da una guida locale parlante spagnolo e inglese (italiano soggetto a disponibilità), mentre la visita di Buenos Aires si effettua con la guida parlante italiano.
  • Le sistemazioni alberghiere scelte per questo viaggio sono in generale di buon livello. Laddove l’offerta turistica è varia, abbiamo selezionato buoni hotel in base a una certa atmosfera, posizione o per il servizio accurato. Le sistemazioni a El Penon e a Tolar Grande sono molto semplici e dotate di poche camere. Sono comunque le migliori esistenti. Riteniamo che la bellezza dei paesaggi che si visitano compensi largamente la semplicità delle sistemazioni. Preferiamo indicare gli hotel che siamo soliti utilizzare per svolgere questo itinerario correndo il rischio di doverne cambiare successivamente qualcuno, in modo che se ne possano riscontrare le caratteristiche su Internet. Gli hotel finali vengono confermati nel Foglio Notizie, che viene inviato ai partecipanti assieme ai documenti di viaggio, circa un mese prima della partenza.